Entropia da Aprile.

5 luglio 2016
QUOTIDIANI
 

"Entropia del fuoco", di Francesco Aprile, nota introduttiva di Cristiano Caggiula, Eureka Edizioni, (Corato, 2016), pag. 30, copia personalizzata n. 22.



Confesso d'aver scoperto la poesia di Francesco Aprile soltanto nel 2015. Grazie al prezioso libricino voluto dall'editore Donno per iQdB. E d'aver però da subito apprezzato molto i versi di "Dentro le stagioni". Aprile, classe '85, "poeta verbo-visivo", critico, giornalista, del movimento letterario New Page (fondato nel 2009 da Francesco S. Dòdaro) e del gruppo di ricerca e protesta artistica Contrabbando Poetico, adesso per le edizioni dell'Associazione culturale pugliese Eureka, per la sesta pubblicazione della collana CentodAutore mi spedisce la copia numerata 22 d'"Entropia del fuoco". Dove imperversa, pure, la personalizzazione degli elementi naturali: "la scollatura della terra", la scottatura dei polsi del cielo"; più il miracoloso bello di questa semplice osservazione poetica: "Questa lama di vento basso spettina le gambe / taglia bianca la luce di burro, agita il passo a / meraviglia. Questra trama di foglie fa una / geografia interna dei luoghi, dice la diramazione / degli occhi, il verbo, il senso, la cognizione, / tutta la scottatura dei fiati lanciati dal calore. (...)". Su tutto, l'indiscrezione d'esagerare con lo stile. Ovvero facendo tagli così aggressivi da risultare dolci alle orecchie. Nell'introduzione, Caggiula spesso trova la giusta descrizione di descrizione. Ma esiste, a mio avviso, un ulteriore stato d'imbarazzo ancora non reso. Vedi quando il poeta toglie il microfono al paesaggio, ma al fine di scovare nell'ira ancora repressa d'almeno parte d'umanità un istinto di possibile riscatto per adesso trattenuto nei fiati bloccati. Tutto il meridiano possibile, insomma.

NUNZIO FESTA


 


 


 

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