Vigneri

8 febbraio 2017
QUOTIDIANI
 

Sideralgìa, di Marta Vigneri, prefazione di Francesca Tuscano, postfazione di Marcello Buttazzo, iQdb (Lecce, 2017), pag. 123, euro 7.00.



La curiosità di leggere una poetessa esordiente salentina era davvero tanta; perché, come si potrà immaginare, i riferimenti culturali, e sentimentali perfino, che subito si son appuntanti nella mente quando il caro Donno presentava la proposta si posson facilmente intuire. Marta Vigneri, autrice di "Sideralgìa", è nata a Galatina, nel 1978. Laureatasi in Filosofia a Lecce, ha successivamente conseguito il titolo di Dottore di Ricerca in “Scienze della Mente e Teoria dei Significati”. "La poesia di Marta (qui il nome non è dell'autrice, ma della voce che agisce, nella raccolta) è poesia dell'urlo (comunicativo), che nasce dal suo opposto, l'afasia che ha conosciuto, carnalmente, l'Ospite, e la sua distruzione. La raccolta di Marta ('personaggio-poeta') è un dialogo", scrive fra le altre cose Francesca Tuscano, in sede d'introduzione all'opera; mentre, fa eco Marcello Buttazzo ascoltati gli assoli: "(...) Quella di Marta Vigneri è poesia di fisica ponderatezza. Il corpo balena, respira, parla, declama, evoca, echeggia. (...)". Da questa prima plaquette ci permettiamo d'estrarre l'incoraggiante passo: "Ti metto una radice al centro dei seni. / Interro il principio nella creta che ti fa tremante. / E ogni mattina / le canto la nenia del mezzadro. / Per tornare a te, / per succhiare il ceppo e berti nel sole / e sotto la volta indifferente / del mondo. / Per portarti via / al mondo". Anzi, prenderemmo un altro breve componimento: "Giù, giù le mani. / Fino a lambire, / con ogni dito di sopra, / gli alluci isterici / nel buio delle scarpe scure. // Per non avervi / mai. / Per non sapervi come siete / davvero.". Una voce destinata a maturare.

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