Sideralgìa, di Marta Vigneri, prefazione di Francesca Tuscano, postfazione di Marcello Buttazzo, iQdb (Lecce, 2017), pag. 123, euro 7.00.
La curiosità di leggere una poetessa esordiente salentina era davvero tanta; perché, come si potrà immaginare, i riferimenti culturali, e sentimentali perfino, che subito si son appuntanti nella mente quando il caro Donno presentava la proposta si posson facilmente intuire. Marta Vigneri, autrice di "Sideralgìa", è nata a Galatina, nel 1978. Laureatasi in Filosofia a Lecce, ha successivamente conseguito il titolo di Dottore di Ricerca in “Scienze della Mente e Teoria dei Significati”. "La poesia di Marta (qui il nome non è dell'autrice, ma della voce che agisce, nella raccolta) è poesia dell'urlo (comunicativo), che nasce dal suo opposto, l'afasia che ha conosciuto, carnalmente, l'Ospite, e la sua distruzione. La raccolta di Marta ('personaggio-poeta') è un dialogo", scrive fra le altre cose Francesca Tuscano, in sede d'introduzione all'opera; mentre, fa eco Marcello Buttazzo ascoltati gli assoli: "(...) Quella di Marta Vigneri è poesia di fisica ponderatezza. Il corpo balena, respira, parla, declama, evoca, echeggia. (...)". Da questa prima plaquette ci permettiamo d'estrarre l'incoraggiante passo: "Ti metto una radice al centro dei seni. / Interro il principio nella creta che ti fa tremante. / E ogni mattina / le canto la nenia del mezzadro. / Per tornare a te, / per succhiare il ceppo e berti nel sole / e sotto la volta indifferente / del mondo. / Per portarti via / al mondo". Anzi, prenderemmo un altro breve componimento: "Giù, giù le mani. / Fino a lambire, / con ogni dito di sopra, / gli alluci isterici / nel buio delle scarpe scure. // Per non avervi / mai. / Per non sapervi come siete / davvero.". Una voce destinata a maturare.
NUNZIO FESTA
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